Armonie fluttuanti

Un feeling antico perso nel tempo legato a reminiscenze contemporanee èil fil rouge che collega le opere di Rosa Spina, artista e pioniera della Fiber Art. Frammenti ancestrali e al contempo futuribili, sospensioni temporali tra intrichi di trame, archetipi imprigionati tra fili di seta si combinano in un gioco ammaliante che si trasforma continuamente. La straordinaria capacità di progettare attraverso il telaio, trasformando successivamente il filo in Arte, ha reso il lavoro della Spina elaborato, colto, sofisticato, aperto anche alle più attuali istanze dei linguaggi artistici in atto. L’attitudine dell’artista è quella di misurarsi tenacemente con l’incommensurabile, con l’immateriale, con la volontà di riallacciare i fili di memorie femminili disperse per accompagnare lo spettatore in una sorta di territorio onirico dove sfumano i contorni e prendono consistenza armonie nostalgiche e voli fantastici. Nelle forme pensate ed elaborate dalla Spina cascate di fili reinterpretate e trasformate si fanno coscienza di antiche tradizioni, producono contatti impensabili, allargano nuovi orizzonti mentali e visivi. Profonda conoscitrice dei metodi di lavorazione e delle valenze effettuali del medium espressivo adottato, l’artista ne arricchisce i contenuti lessicali con elaborazioni astratto-informali animate da sognanti e intense accensioni cromatiche. La sua opera necessita di una lettura in tempi lunghi, scavata negli intrecci di una tessitura coloristica e compositiva densa di sensazioni tattili, emozioni creative e bagliori evocativi che illuminano il presente.
 

Attraverso la fusione conFusione di trame tessili e pittoriche, l’astrazione iconografica, intesa come dipanarsi d’immagini avvolte in una calda sontuosità, nell’arte della Spina si fa linguaggio.Tessuti, manipolati, detessuti e lacerati i suoi lavori richiamano pulsioni, sogni, desideri, lontananze infinite e scenari inafferrabili:una raffinata “dialettica” tra la bellezza di un oggetto creato artigianalmente e il sublime artificio dell’arte. Ripetendo gesti antichi e cullanti, l’artista raccoglie le spoglie del tempo per tradurre fili e colori in anima.

Quella della Spina è una ricerca senza stridori né contraddizioni, densa di suggestioni sedimentate, miscelate, vive, palpabili, che suggerisce un senso di perdita ma anche il desiderio di ricostruire un’identità da quella perdita. Tra trama e ordito, tra andata e ritorno, in un gioco di destrutturazione prima e di ristrutturazione della materia, poi tutto mentale, le materie tessili si caricano di valenze altamente simboliche, mentre l’idea, il pensiero e la sensibilità si fanno “gesto”, collocandosi al di là del tempo e di qualsiasi condizionamento spazio-forma. La Spina imposta il suo lavoro attraverso un codice di simboli proiettati dall’inconscio e dal legame indescrivibile tra visibile e invisibile, tra fuori e dentro, tra spazio e tempo, tra energia e materia, tra finito e infinito. E, più in generale, tra soggetto e oggetto, tra spirito e materia.


E la visione della donna e dell’artista trova, in ciò, la sua massima espressione. Caratteristica principale delle opere è un’energia pulsante nata da un sapiente intreccio di fili e nodi alchemici che si cristallizzano in sculture coscienti. Esse rivelano il segreto delle impenetrabili e causali connessioni che stanno all’origine del Divenire e dell’Essere. Si tratta di un lavoro, frutto di alcuni elementi concatenati e concatenanti gli uni agli altri, che l’artista ha filtrato e fatto suoi:il gesto creatore, il senso dello spazio, la poetica del frammento, la concretezza dell’immagine usata come messaggio. È dunque profonda ed enigmatica l’apparente semplicità di queste opere così accuratamente esibite: è come se in queste tessiture cromatiche di sfilacciata luminosità l’artista avesse recuperato i fili sommersi del proprio destino, come se le variazioni non fossero altro che l’esca di arcaiche rievocazioni. Attimi. Inattese armonie fluttuanti e codici memoriali di un passato che torna a essere vivo nel presente come immagine visibile dell’anima.

 

  Francesca Londino ( 2007)
 
Dal Catalogo "Defilage" di Rosa Spina  
 


Floating harmonies

An ancient atmosphere, lost in time, interwoven with contemporary reminiscences: such is the fil rouge that runs through Rosa Spina’s works, a Fiber Art artist and pioneer. Ancestral fragments that lie in the near future, stillness in time, archetypes imprisoned in silk threads, all these elements are intertwined in a charming, ever-changing game. Rosa Spina’s extraordinary ability to plan her work on the loom, then transforming the yarns into Art, has resulted in sophisticated and refined compositions that are open to the newest instances of today’s artistic languages. The artist has the talent of tenaciously measuring herself with the incommensurable, with the immaterial, with the will of picking up the threads of lost feminine memories and of leading the viewer into a dream-like land where edges blur and where nostalgic harmonies and flights of fantasy come into existence. In the shapes thought and created by Spina, cascades of threads are reinterpreted and transformed to become the consciousness of ancient traditions. They produce unimaginable contact; they open up new horizons for the eye and for the mind. Starting from a deep knowledge of both the working methods and the actual values of the expressive medium, the artist enriches its lexical contents with informal and abstract elaborations liven up by a dream-like, intense brightness of the colours. Her work needs long time to be read, the viewer has to penetrate the tangled layers of a colour and compositional texture full of tactile sensations, creative emotions and evocative lights that brighten the present.

Through the fusion/conFusion of textile and pictorial plots, the figurative abstraction, i.e. to untangle a series of images wrapped up in a warm sumptuousness, becomes language in Spina’s art. Woven, knotted, unwoven and torn, her works remind cravings, dreams, desires, infinite distances and untouchable scenarios: a refined dialectic between the beauty of a handicraft and the sublime mastery of art. By repeating ancient and lulling gestures, the artist picks up the body of time to translate threads and colours into soul.

Spina’s research is not jarring, nor contradictory. On the contrary, it is full of fascination, like mixed layers of vivid and palpable sensations that suggest a sense of loss, but also the desire of reconstructing an identity from that loss. Between warp and weft, there and back, in a mental game of dismantling the structure first and re-building the matter then, textiles are charged with highly symbolical values, whilst the Idea, Thought and Sensitivity become ‘gesture’ and take a place beyond time or any space-shape constraint.

Spina designs her work through a code of symbols emerging from the unconscious and from the ineffable connections between visible and invisible, between in and out, space and time, energy and matter, finite and infinite. And more generally between subject and object, between spirit and matter. In this, the vision of a woman and artist finds its fullest expression. The main feature of her works is a beating energy born from a skilled weaving of alchemical knots and threads that take shape into conscious sculptures. These reveal the secret of the impenetrable and causal connections that are at the origins of Being and Becoming. This is a work, resulting from some elements linked and linking together, that the artist has filtered and personalised: the creating gesture, the sense of space, the poetry of the fragment, the concreteness of the image used as a message.

The apparent simplicity of these accurately exhibited works is actually deep and enigmatic: in these coloured weavings of frayed brightness, it seems like the artist has picked up the hidden threads of her destiny, as if variations were nothing but the bait for archaic revivals. Moments. Unexpected, floating harmonies and memorial codes of a past that is brought back to life in the present time as the visible image of the soul.

Francesca Londino (2007)
Traduzione di Luca Lampacrescia

 
 

 

     
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